L’agricoltura rigenerativa funziona: i 5 dati chiave del nuovo studio EARA
C’è chi parla di ritorno al passato. E poi ci sono i numeri.
Il nuovo report pubblicato da EARA – European Alliance for Regenerative Agriculture non lascia spazio a dubbi: l’agricoltura rigenerativa non è solo un’alternativa sostenibile, ma un modello produttivo concreto, vantaggioso ed estremamente attuale.
In un contesto europeo messo sotto pressione da crisi climatiche, geopolitiche ed energetiche, EARA ha analizzato 78 aziende agricole rigenerative in 14 Paesi europei, su oltre 7.000 ettari. I risultati? Parlano da soli.
Meno input, rese comparabili
Le aziende rigenerative analizzate tra il 2020 e il 2023 hanno ottenuto rese solo leggermente inferiori (–2%) rispetto a quelle convenzionali, ma con una drastica riduzione dell’impiego di input:
– 62% fertilizzanti azotati sintetici
– 76% agrofarmaci (in grammi di principio attivo per ettaro)
Un dato che dimostra come l’efficienza e la resilienza non passino per la quantità, ma per la qualità delle pratiche.
Mangimi locali, sistemi più autonomi
Mentre la media europea importa oltre il 30% dei mangimi per il bestiame, le aziende rigenerative riescono a nutrire gli animali con risorse interne alla propria area biogeografica.
Questo riduce l’impatto ambientale, i costi logistici e la vulnerabilità alle crisi globali.
Più biodiversità, più fotosintesi, più copertura del suolo
Tra il 2019 e il 2024, i campi rigenerativi hanno registrato:
+24% fotosintesi
+23% copertura vegetale
+17% diversità vegetale rispetto alle aziende convenzionali vicine
Tre parametri essenziali per garantire servizi ecosistemici come la fertilità del suolo, la regolazione del clima locale e la salute degli ecosistemi.
Un nuovo indicatore: l’indice RFP
Lo studio introduce un indice innovativo: il Regenerating Full Productivity (RFP).
Questo indicatore multidimensionale misura la produttività rigenerativa tenendo conto di:
- resa agricola
- salute del suolo
- biodiversità
- performance economica
È pensato per diventare uno strumento utile anche a livello di governance, per orientare le politiche agricole su risultati concreti e misurabili.
Suoli più freschi, maggiore resilienza climatica
Nei mesi estivi, le superfici agricole rigenerative hanno registrato una temperatura media inferiore di 0,3 °C rispetto agli ecosistemi agricoli circostanti.
Inoltre, lo studio stima che un’adozione diffusa di pratiche rigenerative potrebbe portare a mitigare fino a 141,3 milioni di tonnellate di CO₂ equivalente all’anno: l’84% delle emissioni nette del settore agricolo UE.
Rigenerare non è una speranza. È una scelta concreta.
Lo studio EARA non guarda al futuro: fotografa il presente. Le aziende coinvolte dimostrano che un altro modello è non solo possibile, ma già attivo in molte realtà europee.
Un’agricoltura capace di produrre cibo, curare il suolo, assorbire carbonio e promuovere biodiversità, non più consumare risorse, ma restituirle.